Dopo l'uscita di domenica con oltre 75km percorsi su e giù dai Monti Berici, dove oramai posso confermare che non sono altro che un passista poco propenso alle salite, questa settimana mi sono sparato come un tossico in vena due uscite, una in mtb lunedì e una mercoledì in bdc.
Si è rotto il cell quindi niente foto, solo chiamate e risposte. Dal giro di domenica si evidenzia come già detto che le salite che siano lunghe o corte mi fanno perdere terreno nei confronti di altri. Non che prendo chissà quali distacchi, ma perdo. Non posso competere con scalatori, se il percorso fosse tutto in saliscendi come il tratto da Perarolo a Barbarano farei terra bruciata, ma appena inizia la salita fatico a trovare il giusto equilibrio tra pedalata e gamba, praticamente devo sempre tenerla in tensione, con un rapporto piuttosto duro. Questo sarebbe una soluzione del problema, ma come disse anni fa Alfredo Martini, Il padellone va usato con parsimonia, per salvare la gamba, ecco io la gamba non la salvo, anzi la frusto. Vabbè non devo vincere il giro o il Tour.
Lunedì per abituare la gamba alla salita lunga esco in mtb sul percorso della Soave Bike, fino ai Cadalora, poi voglio fare le scalette. Non le ho trovate,ma ho scoperto una salita in cemento senza fine, anzi una fine c'è. La Pissolo, mai fatta prima d'ora, ma è logorante, l'unica cosa positiva è la trazione che non perdi mai causa cemento. Come gran parte delle salite nelle nostre zone termina in un vigneto. Adesso mi pongo una domanda alla Marzullo: Che gusto c'è fare una salita di 4,5km con pendenza da impennare la ruota anteriore, per poi farla morire? Lo sa chi l'ha cementata. In verità ho trovato un contadino e gli ho chiesto una via di uscita a monte, perplesso mi risponde di prendere uno sterrato poco lontano a sx, salire fino al vigneto, attraversarlo ed entrare nel bosco, li arrivo sopra al monte; si ma dove sono una volta su? Puoi andare a Montecchia e Castelcerino. Ottimo grazie e ciao. Ho preso uno sterrato ma ho girato tutto il campo non trovando alcun sentiero nelo bosco, forse ho capito male, giro la bici e torno a casa su asfalto, scolandomi per la seconda volta di giornata il pigno. Altri 35km fatti per la maggior parte in salita.
Ieri parto in bdc, voglio una salita piuttosto lunga e impegnativa e in zona. C'è la Calvarina o la Brenton, ma sopra quei monti stazionano alcune nuvole che poco mi piacciono. Decido per la Cazzano Monti. Non lunghissima ma abbastanza impegnativa. Via si parte in meno di mezz'ora sono a Cazzano e salgo. La gamba subito gira, poi a metà sembra piantarsi, strimpello con il cambio fino a quando trovo un rapporto che mi permette alzandomi sui pedali di salire bene per le mie sensazioni. Scollino ai Monti e scendo a Montecchia, asfaltarla no quella strada? sembra una discesa da xc fatta in bdc. Verso gli ultimi tornanti alzo gli occhi e vedo una frana gigante sul monte. Non so chi l'ha vista, ma fa impressione, sarà larga 10 metri ma prende tutto il crinale del monte, ha buttato a valle tutto, alberi terra e quello che c'era loro in mezzo, adesso è nuda roccia, potrebbe essere perfetta per una parete da arrampicata, non sto esagerando è la verità. Orientandomi a grandi linee dovrebbe essere sotto i campi di Fattori, dove sarebbe passata la Divinus, i Cancelli per capirsi, almeno la mia impressione è quella.
Torno a casa passando da Roncà Gambellara Sorio e Sarmazza. Totale km 43. Adesso tra domenica lunedì e ieri ho inglobato un bel pò di dislivello, ho le gambe che spruzzano acido lattico come una spugna, ma nonostante ciò ne sono soddisfatto. E domenica visto che gli altri sono a Gallio, quindi son da solo per la prima volta alla mia Cannondale farò assaggiare gli sterrati della Calvarina, sempre se non piove, altrimenti saranno gli sterrati ghiaiosi della Soave.
Si è rotto il cell quindi niente foto, solo chiamate e risposte. Dal giro di domenica si evidenzia come già detto che le salite che siano lunghe o corte mi fanno perdere terreno nei confronti di altri. Non che prendo chissà quali distacchi, ma perdo. Non posso competere con scalatori, se il percorso fosse tutto in saliscendi come il tratto da Perarolo a Barbarano farei terra bruciata, ma appena inizia la salita fatico a trovare il giusto equilibrio tra pedalata e gamba, praticamente devo sempre tenerla in tensione, con un rapporto piuttosto duro. Questo sarebbe una soluzione del problema, ma come disse anni fa Alfredo Martini, Il padellone va usato con parsimonia, per salvare la gamba, ecco io la gamba non la salvo, anzi la frusto. Vabbè non devo vincere il giro o il Tour.
Lunedì per abituare la gamba alla salita lunga esco in mtb sul percorso della Soave Bike, fino ai Cadalora, poi voglio fare le scalette. Non le ho trovate,ma ho scoperto una salita in cemento senza fine, anzi una fine c'è. La Pissolo, mai fatta prima d'ora, ma è logorante, l'unica cosa positiva è la trazione che non perdi mai causa cemento. Come gran parte delle salite nelle nostre zone termina in un vigneto. Adesso mi pongo una domanda alla Marzullo: Che gusto c'è fare una salita di 4,5km con pendenza da impennare la ruota anteriore, per poi farla morire? Lo sa chi l'ha cementata. In verità ho trovato un contadino e gli ho chiesto una via di uscita a monte, perplesso mi risponde di prendere uno sterrato poco lontano a sx, salire fino al vigneto, attraversarlo ed entrare nel bosco, li arrivo sopra al monte; si ma dove sono una volta su? Puoi andare a Montecchia e Castelcerino. Ottimo grazie e ciao. Ho preso uno sterrato ma ho girato tutto il campo non trovando alcun sentiero nelo bosco, forse ho capito male, giro la bici e torno a casa su asfalto, scolandomi per la seconda volta di giornata il pigno. Altri 35km fatti per la maggior parte in salita.
Ieri parto in bdc, voglio una salita piuttosto lunga e impegnativa e in zona. C'è la Calvarina o la Brenton, ma sopra quei monti stazionano alcune nuvole che poco mi piacciono. Decido per la Cazzano Monti. Non lunghissima ma abbastanza impegnativa. Via si parte in meno di mezz'ora sono a Cazzano e salgo. La gamba subito gira, poi a metà sembra piantarsi, strimpello con il cambio fino a quando trovo un rapporto che mi permette alzandomi sui pedali di salire bene per le mie sensazioni. Scollino ai Monti e scendo a Montecchia, asfaltarla no quella strada? sembra una discesa da xc fatta in bdc. Verso gli ultimi tornanti alzo gli occhi e vedo una frana gigante sul monte. Non so chi l'ha vista, ma fa impressione, sarà larga 10 metri ma prende tutto il crinale del monte, ha buttato a valle tutto, alberi terra e quello che c'era loro in mezzo, adesso è nuda roccia, potrebbe essere perfetta per una parete da arrampicata, non sto esagerando è la verità. Orientandomi a grandi linee dovrebbe essere sotto i campi di Fattori, dove sarebbe passata la Divinus, i Cancelli per capirsi, almeno la mia impressione è quella.
Torno a casa passando da Roncà Gambellara Sorio e Sarmazza. Totale km 43. Adesso tra domenica lunedì e ieri ho inglobato un bel pò di dislivello, ho le gambe che spruzzano acido lattico come una spugna, ma nonostante ciò ne sono soddisfatto. E domenica visto che gli altri sono a Gallio, quindi son da solo per la prima volta alla mia Cannondale farò assaggiare gli sterrati della Calvarina, sempre se non piove, altrimenti saranno gli sterrati ghiaiosi della Soave.
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