mercoledì 31 agosto 2011

PARLIAMO ANCHE DI QUALCOS'ALTRO



Erano giorni che nei telegiornali vedevo le immagini della guerra in Libia. Mi sembrava strano vedere i ribelli libici armati non solo di ak47; per coloro che non se ne intendono è un fucile mitragliatore molto potente e preciso, il più economico, di fabbricazione russa. Ho visto ribelli libici anche con fucili diversi, uno in particolare mi sembrava di averlo visto ancora, infatti quello che imbraccia il soldato a destra è uguale a quello nella foto sopra. Chissà come si chiama? Beretta sc70, fabbricazione italiana e in dotazione all'esercito italiano.
Forse armiamo i ribelli? Le armi che usano i ribelli chi le paga allo stato italiano? Di certo non ci saranno solo fucili di fabbricazione italiana, ma anche mitragliatori, lanciagranate, mezzi tecnici etc. Oltre anche agli aerei che impieghiamo. Qualcuno mi risponderà che non siamo gli unici che forniscono armi, anche Francia e Inghilterra; beh io ribatto che non guardo la pagliuzza nell'occhio degli altri quando nel mio c'è una trave. Ci sono problemi molto gravi in Italia che non vengono nemmeno affrontati, ma andare a fornire gratuitamente un esercito che forse a fine guerra non verrà nemmeno riconosciuto, come in tutte le rivolte, è più facile che affrontare le proprie problematiche. Qualcuno ce l'aveva detto che l'Italia armava i ribelli? Io non ho sentito, è stato fatto tenendoci all'oscuro, tanto le spese verranno coperte dallo stato coglione, cioè noi. Ma un giorno qualcuno si stancherà di essere chiamato così, ci sottovalutano, salterà qualche chiappa importante un giorno, ohhh se salterà

martedì 30 agosto 2011

IL DOPO SCALORBI.....

Dopo la cena di sabato, la voglia di alzarmi domenica per andare in bici non era tanta, anzi. Visto l'orario di ritrovo alle nove ho fatto questo sforzo. Siamo in 5 davanti al monumento, io, Gian, Matteo, Luca M e Dario hair. Mentre ci chiediamo quando tornano quelli di Parigi, toh spunta Andrea. 4 chiacchiere su com'è andata e via. Monti Berici per non faticare troppo. Si prospetta una bella giornata di sole, ventilata e senza troppo caldo. Dario fa l'andatura per scaldarci, io sono ancora a letto, ho gli occhi a tapparella. Man mano che pedalo sento che mi sto svegliando, le gambe prendono vigore, non soffro il vento contrario anche perchè non tiro per niente, ma questo mi rendo conto solo a Brendola, quando inizia la salita. Non è colpa mia se di primo mattino non carburo, mi servono un paio d'ore. Infatti ogni mattino mi alzo sempre un'ora prima dell'impegno che devo affrontare.
Già dalla prima rampa sento che oggi le gambe sono frizzanti. Spruzzano bollicine dai pori. La salita in questione è quella che sale a Perarolo: un'ascesa non difficile, anzi, un pò lunghetta, serve per salire sulla sommità dei Monti Berici, dove inizia un saliscendi continuo fino al santuario di Monte Berico. E' una delle salite dove ho sempre fatto la mia porca figura. La prima volta l'ho fatta con la bici del papi qualche anno fa, una Soga un pò piccola per me, comprata ancora nel 1980. Ai quei tempi è costata 900.000lire l'ERA SCHEI A QUEI TEMPI. Ma la reattività di quella bici fa invidia a molti telai di adesso.
Tornando a domenica, dicevo che le mie gambe stavano bene; me ne sono accorto quando iniziata la salita, mi sembrava di avere la pedalata assistita. La bici mi sembrava leggera, le pedalate erano fluide, è una sensazione che penso capiti a tutti ma è difficile da descrivere. La sensazione di star bene si sente e basta, non ci sono parole per descriverla. Si scatta, ci si alza sui pedali, si rallenta per poi scattare, tutto viene facile.
Inizia la rampa, Gian e Dario aumentano il passo, io controllo. Son ciapà ben, tra il cardio e conta pedalate con contakm, controllo tutto, il mio manubrio sembra la cabina di guida di un caccia. Ci capisco poco, però noto che i battiti sono bassi e sto aumentando la velocità. Arrivati alla chiesa la strada svolta a sinistra, spiana qualche metro e poi sale di nuovo. Si mette in testa Luca M, fa l'andatura Gian e Dario si staccano mentre in testa restiamo in 3: io Luca e Matteo. Dopo un pò mi metto alla testa del gruppetto e aumento un pò senza sforzare, da questo momento sento solo Matteo che mi sta incollato alla ruota, gli altri penso di averli staccati. Non ero a manetta, non volevo bruciarmi tutto, perchè il bello per me veniva dopo; nonostante mancasse Edoardo ( la ciumpinara ela ancora viva?) speravo di trovare qualcuno da stuzzicare e che mi lanciasse sfida. Finito il tratto più difficile, calo l'andatura per riunire il gruppo, evito il fermarsi ad aspettare, preferisco quando sono davanti rallentare. Comunque ci aspettiamo e quando Dario si riporta sotto, ripartiamo. Adesso inizia un saliscendi continuo, Matteo e Luca sono davanti, parto per ultimo ma alla prima rampa sono li sui pedali che spingo il 50, passo tutti Matteo risponde. Fino a Monte Berico ci saranno 6-7 strappi, non lunghi, abbastanza impegnativi che permettono di essere affrontati di gran slancio. La mia tecnica nell'affrontarli è sempre la stessa, arrivo in velocità dalla discesa, l'affronto agile per sgranare gran parte del pignone posteriore. Convinto che questo tipo di salite sono fatte per le mie caratteristiche, non mi risparmio. L'unico che mi resta a ruota dopo la prima rampa è Matteo. Sono convinto che prima della fine lo staccherò, così arriva la seconda, via BIM, sui pedali lo supero, ma resiste, alla terza, BAM, lo supero di nuovo ma è ancora li, alla quarta, BUM ma ancora niente, le altre le ho affrontate con poca convinzione, ma all'ultima mi metto d'impegno ma ho fatto PRRR, l'ho affrontata troppo agile e quando dovevo sgranare, le gambe erano in acido. Vabbè ci fermiamo e aspettiamo gli altri, discesa fino in statale e a turno tiriamo tutti. Anch'io stavolta ho dato il mio contributo, da Olmo fino a Montebello ho tirato il gruppo, media 38orari. A Sorio salutiamo Dario ritorno anticipato il suo causa una gomma che non teneva. Noi seguiamo la strada per Roncà, vediamo in lontananza, Castelletti con la mtb nuova, un altro che quando lo stuzzichi gli parte l'embolo competitivo. Su consiglio di Matteo( dai che lo istighemo) gli passiamo davanti a manetta, urlandogli da dietro. Infatti in piazza a Roncà era li a ruota, lui ritorna a casa, lo salutiamo, ma noi seguiamo la strada della Germania. Il mio embolo era già li che scalpitava da prima, non c'è strada migliore per scatenarlo ancora di più. Parto già sul piano, cattivo come una bestia, mi sembrava di essere l'orso Yoghi in treciclo; stavolta è la volta buona, penso di averli lasciati tutti li sui pedali, invece chi c'è dietro? sempre lui Matteo, vedo l'ombra della sua ruota attaccata alla mia, seconda rampa altra stecca, ma non mi molla, all'ultima do tutto ma niente l'ombra è ancora li. E' impressionante vedere un fisico magro come il suo spingere il 53 con pignoni bassi. Comunque ho fatto le mie conclusioni: ghe vole i ciodi per staccarlo. Un pugnetto nella tasca della maglia e la prossima volta prima di rilanciare li butto sotto la sua ruota, forse così lo stacco, però il dubbio resta. Dipende se si ferma a cambiare la camera d'aria.

UN WEEK END INTENSO

Inizia già da sabato le fatiche per una parte del gruppo Helllas. Assenti i reduci di Parigi e altri per motivi familiari, al punto d'incontro in piazza ALLE 19:00 si presentano i seguenti: il sottoscritto con Laura, Matteo e Daniela, Pantano e Lina, Luca M e Roberta, Luca B con i bimbi Matteo e Michele, Gian e Paola. Naturalmente non è stata affrontata in bici. In auto ci dirigiamo verso Giazza per parcheggiare al rifugio Rivolto. Si può definire una notturna enogastronomica. L'obbiettivo era raggiungere il rifugio Scalorbi, sosta per cena e ritorno. Vista l'ora e l'aria frizzantina, la camminata di mezz'ora per raggiungere il rifugio sembrerebbe la parte più dura della serata. Invece no. La parte culinaria è stata quella più tosta. Seduti a tavola iniziamo con un primo: chi con i bigoli all'anatra, chi con i maccheroni, altri con le fettuccine, chi con i canederli, stupisce la Lina che sceglie un leggero piatto di trippe. Io ho optato per i bigoli all'anara. Piatto abbondante ma con la fame che avevo non l'ho nemmeno visto. Secondo sono passato ad un formaggio ai ferri con polenta pensando ad un piatto non troppo pesante. Si vede che non sono un tipo che esce spesso a cena fuori. Il formaggio presentatosi davanti aveva una scritta sopra: fa bene al colesterolo. Piatto liscio contornato da tre fette di polenta il resto completamente pieno di formaggio cotto ai ferri. Speciale veramente. All'attacco per il dolce lascio che gli altri partano e controllo la situazione aspettando il caffè, ero al gancio. In evidenza Pantano, in questo tipo di uscite è veramente un leader. In evidenza sempre sia nel tratto che ci conduceva al rifugio che a tavola. Ha sempre tirato il gruppo soprattutto quando è arrivato il fiasco di rosso. Anche gli altri si sono fatti valere, tanto che la cameriera è stata costretta a portarne un 'altro. Sottotono la mia prestazione mi sono fermato a 3 bicchieri. All'uscita dal rifugio tirava un'aria freddina, attorno ai 10 gradi, il cielo era sgombro di nuvole e l'assenza della luna permetteva di vedere una miriade di stelle alcune grosse come pugni, per la prima volta su suggerimento sempre del mitico Pantano ho visto la via lattea. Qualcuno ha fatto le foto per documentare la serata, se me le mandasse per mail potrei pubblicarle, vero Luca?

martedì 23 agosto 2011

UNA DOMENICA D'ESTATE 6....

C'erano una volta 6 ciclisti amatori che decidono di trovarsi davanti al monumento del loro paese per compiere un giro.... Se fosse una favola inizierebbe così, ma di favola sta storia ne ha ben poco. Il totogiro era partito già da giovedì sera, le proposte erano Revolto in mtb, Rovereto in bdc o altro lungo giro in bdc. Il tutto proposto da Luca S, pensavo che mancando Andrea B. il giro fosse stato più tollerabile; invece suo cugino è ancora più spietato. Scartati mtb e Rovereto restava il giro lungo, ma vista la calura qualcuno, io per primo, ha storto il naso. Qualcuno dal cilindro magico fatto a caschetto ha estratto San Giorgio. E San Giorgio è stato. Bel giro niente da dire, ma quanto abbiamo arrampicato? Ai nastri di partenza siamo in 6: IO, GIAN, MATTEO, LUCA S, LUCA B e Edoardo. Ore 7 l'aria è umida ma il caldo deve ancora arrivare, per arrivare in quota saliamo a Velo da Selva. Prima passiamo a Tregnago salendo dal costo di Cazzano. Qualcuno dice: Non tiriamoci il collo già dalla prima salita.- E' bastato che ci superasse un ciclista di un altra squadra far scattare la scintilla. Proprio colui che ha parlato si mette a ruota, vero Edoardo? Io l'ho lasciato andare come la maggior parte di noi. A Tregnago il gruppo è riunito e tutti assieme andiamo fino a Selva, inizia la salita e chiacchieriamo, il Gian è davanti e sale del suo ritmo, prende un distacco, ad un tratto nessuno parla più lìè sempre lù Edoardo, va a riprendere il Gian, io , Matteo e Luca S lo seguiamo, mentre Luca B si stacca. Passiamo il Gian e non fatico a stare a ruota, solo che ad un certo punto si mette Luca S a molinare, fatico ma sono li, ma aumenta ancora il ritmo è alto e io li saluto, aspetto il Gian e andiamo su alla pari. A Velo il gruppo si ricompatta, facciamo acqua e decidiamo di andare a Bosco prima di passare da San Giorgio. La strada sale sempre ma pensavo che fosse molto più dura, bello il tratto della Valdiporro, una salita dolce che ci permette di stare in gruppo. nessuno aumenta o si stacca. Da Bosco cambia la storia. Il cartello rosso che segna l'inizio della salita al Tomba, in qualcuno fa scattare la scintilla. L'andatura aumenta ma non è impossibile Luca B si stacca, la salita è lunga 10km, nessuno osa aumentare. A 5km dal gpm parte la bagarre, Matteo alza il ritmo non rispondo calo un dente e mi stacco, il Gian Edoardo e Luca S rispondono all'attacco, mi sono convinto che non sono un scalatore puro e così gioco in difesa. Non sono agile anzi, salgo di potenza con il34/ 19. Riprendo e stacco il Gian, gli altri li vedo, mi sento bene la gamba gira, sono convinto di riprenderli. Sono li a 100metri, calo un dente e li riprendo che ci vuole. A Branchetto abbasso la testa, i battiti salgono sono a manetta, convinto di essere sotto alla loro ruota; alzo gli occhi non ci sono più, qualcuno dei tre si è messo a menare come un fabbro e sono svaniti dalla mia vista impressionante. Tristo come un cane bastonato e anche spompo de fatica arrivo al gpm per fortuna a consolarmi c'è un paesaggio da favola che mi accompagna fino a San Giorgio. Me lo guardo tutto, ritrovo allo stop tutti e tre con la bocca piena de panini. Gnam GNAM. Dopo un pò arrivano il Gian e Luca. Sosta al market ci scoliamo 2 bottiglie di Cocacola da 2 litri ma ci andavano ancora strette. Discesa, qua è il mio momento di gloria, come al solito parto indietro. Gian, Matteo, Luca B e Luca S sono avanti Edoardo è più indietro. In discesa secondo me bisogna essere a vista di tutti per paura di imprevisti ogni tanto ci sta la sparata, ma è meglio non perdersi o lasciare da solo qualcuno. Infatti così abbiamo fatto tutti. Edoardo stava indietro e gli stavo vicino. A Conca dei Parpari sono davanti e la strada sale qualche centinaia di metri, Edoardo mi supera e li mi scatta anche a me la scintilla. Alla seconda rampa provo a superarlo per vedere se si comporta alla stessa maniera. Infatti appena la strada s'impenna mi passa a manetta. No bello, proprio no; questo saliscendi è pane per i miei denti. Su il 50/17 non lo mollo. Ad ogni rampa è una sfida lo passo in discesa lo aspetto che si riporti sotto e buum su di potenza. Bellissima la scena in cui lo anticipo all'inizio di una rampa, lo guardo, gli faccio la linguaccia, lui parte, ma non ce la fa, è a pari sgrano il 50/11 e lo passo. Roba da chi l'è ciapà con le bombe.
Fino a S. Mauro è così ad ogni rampa, poi in discesa mi lancio per riprendere gli altri, penso che mi resti a ruota, ma lui non c'è. Mi butto a uovo, tocco i 75orari e mi riporto sotto ai fuggitivi. Alla discesa dei Castellani di Tregnago ci aspettiamo e tranquillamente arriviamo in provinciale. Dopo aver passato Tregnago inizia un tratto in falsopiano, qui di nuovo Edoardo, detto il Scarponi de noaltri, cerca di portarsi in testa al gruppetto, per sferrare un'accelerata delle sue, ma a detta di qualcuno sembra che l'ammiraglia abbia ordinato a Matteo di bucare in modo da chietare l'animo bellicoso del corridore della valpolicella. Sosta per cambio ruota e via di nuovo verso casa, ancora un piccolo strappetto, quello di San Felice. L'animo bellicoso stavolta è il mio; mi porto tra le prime posizioni, mi affianco al solito Edoardo (era lui domenica il mio obbiettivo),gli lancio la sfida, intanto Luca S, è già partito, ma non lo considero perchè a mio parere era impossibile da prendere. Parto di padella, osservo dietro che nessuno mi segue, Edoardo non risponde, peccato, però mi rendo conto che sono sotto a Luca, sgrano il pignone fino al'11 e lo passo. Delirio, i bagnanti a San Felice mi salutano con le braccia alzate, si affacciano alle ringhiere mi lanciano i fiori, interviste di rito e via fino a casa. W LA FANTASIA.
115KM fatti domenica, tanta salita e tanto divertimento, tutto in più di 5 ore. Non ci vuole tanto per divertirsi o no?

Lunedì solito giro defaticante. Ho sempre sostenuto che un giro in bici non è un giro se non c'è salita. Beh mi sono ricreduto, ieri mi sono fatto un giro tenendomi ben lontano non solo dalle montagne ma anche dai cavalcavia. Belfiore, Ronco, Albaredo, Veronella, Arcole e casa. Piatto che più piatto non si può. Talmente piatto che quando sono tornato a casa si sono tappate le orecchie dall'altitudine del mio appartamento. Basta rampegar

venerdì 19 agosto 2011

PARTITI PER L'IMPRESA


Penso che ormai siano anche arrivati a destinazione, non so se per strada si siano fermati in qualche altro posto, comunque sono affari loro.
Parliamo della loro impresa che in qualche maniera seguiremo via etere attraverso questo sito http://www.paris-brest-paris.org. Ci sarebbe anche anche una web tv ma ho i miei dubbi sull'efficienza. Sono 5 i biker dell'Hellas Monteforte che affronteranno la Parigi-Brest-Parigi. Una randonee che si svolge dal 21 al 24 agosto, ogni 4 anni.
1200km da percorrere, 10000 metri il dislivello da concludersi in max 90 ore. Adesso che sono via e che non possono leggere facciamo 4 conti: se riescono a tenere una media di 25km/h, ma mi sembra un pò alta come media, pedalando per 14 ore al giorno arriviamo a 350km giornalieri; moltiplichiamo per 3 giorni(72 ore) sono 1050km, i rimanenti km dovrebbero terminarli nelle ore che rimangono. Però a mio parere una media dei 25km/h è dura da tenere per tutto quel tempo.
Si sono allenati tanto, hanno preso tutti i brevetti dai 200 ai 600km, in più hanno conquistato la maglia della nazionale randoneer. Li ho visti tutti bene, qui non conta chi arriva primo, conta finirla. Si sono sciroppati migliaia di km negli ultimi mesi e salvo imprevisti a mio parere tutti 5 riusciranno a portarla a termine. Vediamo in dettaglio i nostri atleti dal più giovane al più....esperto

Franceschino detto la giovane promessa, fisico asciutto più adatto alle salite, ma sulle lunghe distanze non si è mai tirato indietro, non si lamenta mai, mai stanco, nonostante l'incidente subito in primavera è partito per Parigi in forma smagliante. PETTORALE 5413




Dario il jet, che dire su di lui...sulle granfondo su strada si fa valere, è la sua seconda Parigi Brest, la prima l'ha conclusa affrontando in solitaria in condizioni meteo impossibili, 3 giorni di freddo e acqua, penso che a lui la media dei 25km/h andrà stretta PETTORALE 5416



Umberto, l'instancabile, la sua prima esperienza, nei brevetti conquistati si è sempre dimostrato all'altezza, nonostante l'indole pessimistica ha una grande tenacia e sulla distanza si vedono le sue qualità. Un dettaglio non fatelo arrabbiare quando è in bici, perchè sfoga la sua rabbia sui pedali, può sciogliere l'asfalto con la sua potenza PETTORALE 5412



Andrea il passista, si difende bene anche in salita, la bici è la sua grande passione, quando è davanti al gruppo squarcia l'aria. Raggiunge velocità ai limiti della contravvenzione. Con la Parigi Brest ha un conto aperto, la prima non è riuscito a finirla causa malanni fisici. Molto motivato PETTORALE 5419


Francesco la locomotiva, è il presidente dell'Hellas Monteforte. Il più maturo del gruppo, sulle gambe ha più km lui che un treno eurostar. Viaggia sempre sotto soglia, non esce in bici se in previsione non ci sono più di 100km. Le lunghezza di questa avventura non lo spaventa. PETTORALE 5414








Non dimentichiamoci che al seguito dei nostri atleti c'è un intera carovana da fare invidia ad un team di professionisti che partecipa ad un giro o un tour. 2 camper mega allestiti con cucine,docce idromassaggio, sauna, sala riunioni.L'equipaggio è anche composto da meccanici, cuochi, preparatori e massaggiatori ovvero da mogli,figli, genitori e suoceri.




mercoledì 17 agosto 2011

MARTEDì 16 AGOSTO: MI DISPIACE NON LAVORO

Deciso da tempo che il giorno dopo di ferragosto non lavoro. Il giorno prima ho dormito fino alle 11:00, erano anni che non dormivo così tanto. Dai tempi in cui il sabato sera si andava al Boom, tunz tunz erano le uniche cose che sentivo in testa nella giornata successiva. Eh la giovinezza passata. Il pomeriggio andiamo da amici al Lago e la sera torniamo ad un'ora decente che mi permette di programmare un giro in bici alla mattina successiva. La Trincea è l'obbiettivo. Alle 09:30 si parte da solo, inizio a pedalare in scioltezza, 30orari fino a Cazzano, salita di San Felice senza tanti patemi, e a Tregnago sono ai 25orari,con questa velocità raggiungo Selva di Progno. Voglio gustarmi la salita fino a Campofontana guardandomi il paesaggio. Appena inizia la salita sento le gambe che stanno bene così via a cannone. 10km affrontati quasi a tutta, in prossimità del gpm mi alzo sui pedali la folla attorno mi incita la gente nel prato getta gli attrezzi e mi applaude le moto suonano per aprire le due ali di folla. Questo è quello che mi immaginavo, in realtà la folla che mi incita è un anziano che mi dice: dai dai ela dura de mattina ah?- alà maialon! La gente sui prati che mi applaude è un contadino che getta il tagliaerba per uccidere una vespa e la moto che fa da apripista è un trattorino che sta entrando in casa. SON UN Pò FANTASIOSO IN STO PERIODO.
Discesa verso casa affrointata in piena tranquillità, mentre il tratto in piano ho spinto un pò a causa del vento contrario. Adesso non so quando salirò in bici, vorrei mettermi un pò in pausa ma bisogna esserne capaci.

I 4 PASSI LI ABBIAMO ANCHE QUA

Domenica 14 agosto un tappone, dove ha tolto la parola anche ai più loquaci. 4 sono stati i passi: Passo della Mona, chiamato così non l'ho inventato io, preso dal versante di San Giovanni, Passo di Santa Caterina, Passo dello Zovo, Pria bona( senza Passo). 7 i protagonisti il sottoscritto, Gian, Matteo, Edoardo, Luca S, Andrea B e il mitico Pantano detto il pirata ( solo per la quasi omonimia a Pantani). Ore 08:00 si parte verso SanGiovanni Ilarione andatura regolare per scaldarsi, poi in piazza si sale verso la località Castello. Una salita che di prima mattina ma penso anche dopo pranzo fa vedere le stelle. 2km con tornanti che invece di far rifiatare tolgono il fiato. Non conosco la pendenza, ma è tosta e qui i tosti si fanno avanti. Parte Andrea B, seguito da Edoardo e Luca, Matteo aumenta il passo io controllo la situazione, salgo in progressione mentre il resto del gruppo si sfilaccia. Supero Andrea e tengo Matteo a vista, gli altri sono li poco lontani, A Castello dove la pendenza diminuisce, sgrano un paio denti e li riprendo e rimango con i big fino allo scollinamento al Passo della Mona. Non so se hanno rallentato il passo finita la pendenza più dura o io sono stato bravo a riprenderli, diciamo che non li avevo molto lontani così stringendo un pò i denti li ho ripresi, quindi sono stato bravo ahahahahah. Discesa a Chiampo in gruppo compatto, poi svolta a sinistra direzione Crespadoro. La prossima salita porta ad Altissimo, nessuno l'ha mai fatta, studio i cartelli e mi rendo conto che l'ascesa sarà piuttosto lunga. Fino ad Altissimo sono 6km duretti, dove Luca, Matteo e Edoardo partono come caccia, nemmeno aumento il ritmo, salgo regolare, stacco il Pirata, che già qui parla un pò meno, Andrea e il Gian. Mi ritrovo solo, gli apripista non li vedo più, gli inseguitori nemmeno. Arrivo ad Altissimo e la strada sale ancora direzione Valdagno, continuo il mio inseguimento dei fuggitivi. Aumento la velocità nei rettilinei mi alzo sui pedali, il cuore batte a 189, ma non li vedo mi spremo come un limone, li riprenderò prima o poi, la salita è lunga non possono essere saliti con il passo di prima. Arrivo al gpm, non vedo nessuna faccia a me nota, penso so primo e li go superà senza accorgermene, alzo le braccia in segno di vittoria, firmo autografi e magliette; ou svegliate te ghe sbaglià strada, è una vocina dentro me che mi rimbomba in testa. Questa vocina si fa sempre più insistente, giro la bici e scendo verso Altissimo, dopo 2km li ritrovo, si erano fermati ad una fontana in paese e non ci eravamo visti, così mi rifaccio quei 2km di salita fino al Passo di S. Caterina che non sono nemmeno facili, ma l'andatura è di conserva, meno male perchè ero un pò cotto.
Sosta al bar, poi giù a Valdagno, bellissima discesa, con curve che si possono pennellare alla perfezione, ci riuniamo allo stop e prendiamo la strada verso Schio, Passo dello Zovo. Io e Edoardo eravamo gli unici ad averlo fatto in discesa; il ricordo non era dei migliori. Sono 6km piuttosto impegnativi. All'inizio salita siamo a ranghi compatti, ci si scambia qualche parola, ma stranamente il Pirata pronuncia qualche sostantivo, per lui sarà una giornata da tregenda oggi. Il primo a dare il via alle danze è Andrea e i soliti 3 partono all'arrembaggio. Io rimango seduto, sarà per me la peggior salita di giornata, mi ritornavano su i panini mangiati prima, stacco il Gian, Andrea è li a vista e aspetto un pò per riprenderlo, ho paura di spremere tutte le energie, forse ho aspettato troppo, perchè la salita è finita. Certo che se penso a Luca, Matteo e Edoardo hanno una gamba impressionante, salgono in progressione, continuano ad aumentare la velocità, mentre io sono più da sparata iniziale per poi salire costante; purtroppo la sparata non riesco mai a farla, mi anticipano sempre e li devo sempre inseguire,senza quasi mai riprenderli. Un tratto di pianura ci aspetta da Schio a Malo, il Pirata cala la bandana dopo una sparata ai 47orari del Gian, è andato in crisi di fame, sete, di gambe. Le uniche parole che pronunciava erano:- SO A SECCO- Non teneva più i 30orari e così ci aspettiamo.
Purtroppo per lui e per tutti c'era un'altro passo, la Priabona. Una salita facile, ma presa con il ritmo giusto può far male. Parte il Gian seguito da Luca, l'azione è buona fa selezione anche se è solo all'inizio, io li lascio andare e così fanno anche Matteo e Andrea. Il pirata si stacca, così Edoardo resta con lui. Suona un telefono è quello del Gian, la Paola lo chiama e lui risponde, così l'azione sfuma per una invasione di campo. Luca si fa riprendere e il gruppetto di testa è formato da 4 persone. L'andatura aumenta, Andrea sale di padella, non fatico a tenere il passo, salgo agile come ultimamente sto facendo. Poi Luca lo passa e fa una progressione che mi fanno urlare le gambe, ma resto dentro alla fuga fino all'ultimo tornante, poi li mando a quel paese, poco dopo si stacca anche Andrea, rimangono in due al comando, Luca e Matteo la vittoria è un gioco tra loro due ormai e chi l'ha spuntata...? non lo so perchè ero dietro la curva. Comunque al termine della salita ho sgranato qualche dente e le gambe giravano meglio, quindi da oggi chi mi ripeterà che devo essere più agile lo manderò in quel paese con agilità. Mi trovo meglio se salgo con un rapporto duro, i battiti sono più bassi e posso cambiare il ritmo.
Questo è stato l'ultimo gpm di giornata, gli ultimi 30km sono pianeggianti. Sono stati affrontati in gruppo, per consentire al pirata di rimanere in compagnia. Per lui è stata una giornata tragica dal punto di vista fisico, è andato in crisi a 60km dall'arrivo, non ha voluto fermarsi al rifornimento, voleva fare l'eroe. Nello stesso tempo può essere soddisfatto per aver concluso in bici 108km, con tanta salita dove nessuno si è risparmiato, per questo può essere ritenuta la sua impresa leggendaria, quindi per il pirata è stata una giornata di tregenda.

martedì 9 agosto 2011

TAPPA DOMENICA 07/08 IN BDC 115KM

Sabato sera arriva un sms di Andrea B. con scritto: il presidente ci porta a fare un bel giro ritrovo ore 08:00 in piazza, porta con te da mangiare.
Bene ci tiriamo il collo sulla distanza, panini con marmellata, barrette e soldi faranno parte del mio equipaggiamento. Alle otto sono li alla partenza, giornata che si preannuncia calda, gia di primo mattino, siamo in 8: Luca M, IO, Andrea B, il presidente, Umberto, Matteo, Edoardo e il Gian. Via si parte decidiamo la prima destinazione, la salita della cabina per riscaldamento. Nel tratto che ci porta a Cazzano viaggiamo in doppia fila, l'andatura la fanno Matteo e Andrea B, io sono dietro Umberto, sono ancora imbambito di sonno ma mi accorgo di una cosa: i pantaloncini di Umberto sono trasparenti ma per non sparare una cavolata lo faccio notare a Luca M, proprio quello giusto. I pantaloncini erano consumati e si vedevano chiaramente le chiappe, roba sexy brrrrrr. Questo diventerà il tormentone di giornata forse troppo tormentoso, visto che a fine giro Umberto non sembrava molto propenso alle burle. Questo per me subito era un motivo per ridere, poi pensandoci un pò ho pensato: Cavolo ne ha fatta di strada per consumare in quel modo i pantaloncini, d'altro canto sarà uno dei prossimi randoneer che prenderà parte alla Parigi-Brest-Parigi e indosserà anche lui la maglia della nazionale italiana randoneer.
Passiamo alla tappa sulla prima asperità mi scaldo cambio il ritmo per alzare i battiti, poi rallento poi accelero e scollino tra i primi. Discesa a Illasi e qualcuno suggerisce di fare la Pissarota, ma nessuno conosce bene la strada, ma per una volta io la conosco e da sborrone a Montorio mi metto davanti assieme ad Edoardo. A Pigozzo qualcuno si chiede se sono sicuro della strada io dico di si e dopo il ponte mi viene chiesto quando inizia la salita, rispondo che è tutta così non è dura e allora qualcuno aumenta il ritmo, io fatico a tenerlo, ma sono li. La fatica è spiegata nel post precedente, che non si venga a dire che son tristo, non sono al massimo della condizione ma no tristo. Il gruppo si allunga, al bivio per San Rocco, sinceramente ne ho le scatole piene della Pissarotta, suggerisco di girare li. Aspettiamo il resto e saliamo da li. Andrea B, gran gamba la sua, parte in progressione, Gian, Luca e io teniamo il passo, il ritmo aumenta, io rimango in coda al gruppetto. Da notare che sia Matteo che Edoardo non facevano parte della fuga, si sono risparmiati per spettinarci dopo. Nel gruppetto di testa Andrea prova il forcing, Gian e Luca provano a starci dietro ma prima Luca poi il Gian tentano di aumentare, ma non riescono a riprenderlo. In un tratto di falsopiano mi metto in testa ai due e aumento il passo, li perdo entrambi e a 1km dal gpm vedo Andrea a circa 30 secondi, ma non riesco a recuperare il gap. Così al gpm di San Rocco transitano Andrea B, io,
Gian, Luca, edoardo e Matteo, Umberto e il presidente. Edoardo fino a San Rocco ha subito 2 forature. Riunito il gruppo, prendiamo la via per Velo, strada sempre che sale a volte si fa impegnativa, sinceramente a me quel tipo di salite con strada larga e che si alza senza tornanti non piace, pensavo che fosse presa con un ritmo alla volemose ben invece qua escono i veri duri, Matteo e Edoardo iniziano a menare come fabbri, ci allunghiamo in fila indiana, fino a perderci di vista, i primi a staccarsi sono Umberto e il presidente, poi il Gian, io tengo un pò il passo, ma viste le previsioni di un giro lungo, ritiro la mia incudine e li lascio andare, a Velo arrivo forse con qualche minuto di ritardo da Matteo e Edoardo poi Andrea Luca e io. Pausa cocacola, rifornimento di acqua e giù fino a Selva; altra salita in programma sarà la trincea. All'inizio della salita è sempre Andrea che fa il passo ma siamo tutti li uniti, anche Umberto tiene per un bel quarto di salita il nostro passo. Andrea decide di rallentare ad aspettare il presidente, continua Edoardo seguito da Luca, io e più indietro il Gian con Matteo, supero Luca per raggiungere Edoardo, sono li a 10metri, non so se sta salendo al limite, il mio cardio continua suonare quando supero i 171 battiti, che caspita suoni che ne ho ancora penso. Al bivio per i Roncari chiedo ad Edoardo di aspettare gli altri per non perderci, ma non sono molto lontani, Matteo ci supera assieme a Luca, io mi metto in coda ma sento che ho perso il ritmo, mi sono piantato, Edoardo prima rimane attardato poi li recupera tutti, io mi riporto su Luca ma ormai il barile è vuoto. Il bello della salita arriva negli ultimi km con pendenze più toste, ho la spia della riserva accesa, salgo con il mio passo,di conserva andata a male, Matteo ed Edoardo non li vedo più Luca lo sto perdendo, che tristo che sono, non so con quale ritardo arrivo a Campofontana, ma le gambe sono molliccie. Pian piano arrivano tutti, l'orario e la stanchezza mi suggeriscono di tornarmene a casa, qualcuno mi segue, mentre il presidente sempre irriducibile, Andrea e Edoardo scendono a Crespadoro. La discesa fino San Giovanni fila via veloce, poi quando la strada spiana ci mettiamo in fila e un pò a testa tiriamo il gruppo, mai scesi sotto i 40 orari.Sorprendente la sparata di Umberto, dalle Boarie fino a dopo Montecchia 45 orari e per dargli il cambio gli ho chiesto scusa posso? Sarà stato il nervoso per le burlate di giornata. In conclusione un 115km con tanta salita, dove le condizioni di Matteo Edoardo sono fuori dal normale non hanno mai crisi, mi fanno venire il nervoso, non hanno giornata storta. Alla fine mi consolo dicendo che un bel giro non si misura dalla prestazione ma dalla compagnia; la battuta sulla buccia della banana biodegradabile mi fa ancora ridere, che ci volete fare me godo con poco

QUESTO DESCRIVE QUANTO SON FURBO.......

Se qualcuno ha notato non ho mai parlato delle mie sensazioni o pareri riguardo alla mia bdc nuova. Volevo aspettare qualche uscita per poterne parlare più dettagliatamente. La prima sensazione era di una bici dura. Era poco scorrevole, allora pensai che dovevo fare un pò di rodaggio. Ma dopo quasi 500km il problema continuava. In discesa è fantastica, piega meravigliosamente, nei tornanti la metto dove voglio io, ma in salita mi faceva faticare parecchio. Allora i pensieri negativi si succedevano l'uno dopo l'altro, continuavo a chiedermi perchè fosse così dura, in pianura dovevo spingere più del solito per toccare i 30km/h, allora diamo la colpa, al contakm che è tarato diversamente dall'altro, diamo la colpa alle gambe che non sono nelle migliori condizioni, mettiamo spray wd40 nei pedali, nella catena, nei deragliatori, ormai era unta come le patatine del mc donald. Così con questi pensieri arrivo a domenica, tappa lunga che racconterò nel prossimo post, sulle salite toste e meno toste faticavo come non so cosa, spingevo e non sentivo la differenza di velocità, in pianura tenevo il passo ma i battiti erano alti e le gambe le sentivo in acido, mi preoccupo, ho qualche malattia che incombe, in discesa nonostante pennelli le curve gli altri mi staccavano e per tenere il loro passo dovevo dare qualche colpo di pedale. Arriviamo a ieri pomeriggio e ripenso alle uscite precedenti, il morale è sotto i tacchi, mi sento bene ma quando sono in bici sembra di pedalare con il freno tirato..... FRENO TIRATO? L'OCCHIO MI CADE SUI PATTINI ANTERIORI E NOTO CON STUPORE E GRANDE RINCOGLIONIMENTO CHE TOCCANO SUL CERCHIO, LA RUOTA SE LA FACEVO GIRARE NON FACEVA NEMMENO MEZZO GIRO, TANTI AGGETTIVI E STRANE BLASFEMIE IMPRONUNCIABILI IN PUBBLICO MI RIMBOMBAVANO NELLA TESTA, HO FATTO 500KM CON IL FRENO TIRATO, QUALCUNO PUO' PENSARE CHE HO FATTO UN OTTIMO ALLENAMENTO, BEH A COLORO CHE PENSANO COSì REPLICO PROVATE A SPENDERE 1700 EURO PER QUALCOSA CHE NON TI MIGLIORA LA VITA, ANZI LA PEGGIORA E POI CAPITE COME MI SENTIVO.
Brugola alla mano sistemo il freno e via per il giro defaticante; un'altra storia 30km/h in pianura tenuti con 100 battiti e vento contrario, la bici ad ogni scatto sfugge dalle chiappe, reattiva al massimo adesso si, posso affermare che mi sento soddisfatto. A volte quando qualcosa nella vita non funziona cerchiamo la soluzione nelle cose complicate, mentre è li davanti al naso a 50cm. Capito quanto son furbo? Na volpe

venerdì 5 agosto 2011

CORSA A PIEDI O BICI

Ieri sera l'indecisione regnava in me, corsa o bici era veramente un dilemma. Alle 18:00 inizio a preparare la chiusura, ma alla fine un paio di clienti dell'ultimo minuto mi hanno fatto optare per la corsa, così per cause di forza maggiore sono uscito a piedi. 45 minuti di corsa in salita, con variazioni sul tema. Ripetute di 3 minuti sui valori di soglia. Sono arrivato a 185 battiti, partendo da 150. Recupero ai 140. Forse ho esagerato mi sono tirato il collo, ma qualcuno afferma che più si fatica più dopo si sta bene. Cosa dire su un'uscita di corsa a piedi? Gran poco penso, a parte che le giornate si sono accorciate di molto e che in questi giorni il clima è molto umido e che dalle mie parti fervono i preparativi per la vendemmia. Intanto ciao se mi viene in mente qualcos'altro dopo lo scriverò

martedì 2 agosto 2011

BDC A FINE GIORNATA

Ieri sarebbe stato il mio giorno di riposo, dove di solito lo dedico a me stesso. Invece no, ma non mi pesa dedicarmi ad altri lavori. L'alluvione di novembre oramai è un lontano ricordo per chi non l'ha vissuta, mentre per chi l'ha subita è ancora viva, sopprattutto nei lavori che in questo periodo fermentano nelle case. I miei genitori sono tornati ad abitare nella loro casa, la cucina è montata ,i muri sono stati ridipinti, le malte sono nuove, beh sono apposto penso. No mancano i termosifoni da verniciare. Così di buon mattino sono in garage con il mio mega compressore che spruzzo la vernice bianca, è anche divertente come lavoro, non sporca tanto. Alle 15:30 ho colorato i 7 termosifoni di casa dei miei genitori e anche i 3 di mio zio. Aiuto in qualche altro lavoro veloce e alle 16:50 sono sopra alla mia izoard. Direzione la salita della Bettola, mai fatta in salita solo in discesa. E' bella asfaltata a nuovo neanche tanto dura. Ma partiamo dall'inizio, pedalo verso Soave e Cazzano, con un'andatura da riscaldamento, poi inizio ad aumentare il ritmo, affronto la salita di San Felice (se possiamo chiamarla salita è più simile ad un cavalcavia), non mi sono impegnato tantissimo, ho tenuto alto il ritmo senza esagerare. Nel tratto verso Tregnago ho sofferto mentre da Cogollo a Badia, andavo più sciolto. Mi rendo conto che la maggior parte del tempo che pedalo sono teso, tengo sempre le gambe contratte, mentre quando mi rilasso pedalo meglio e la mia prestazione migliora. Non so spiegarlo bene è una sensazione difficile da descrivere. Ironicamente parlando è come quando ci sforziamo di fare la cacca e non arriva, mentre appena ci rilassiamo un attimo lei arriva. Così rilassato arrivo ai piedi della salita interessata. L'asfalto è nuovo, gli alberi fanno da cornice e la strada stessa ti invita a fare la prestazione. Parto agile e man mano che salgo cerco di sgranare qualche dente, ho osservato Matteo il giorno prima, parte agile per buttare giù qualche dente dopo. Ha ragione, sono partito ai 15 orari per toccare anche i 20orari. Questa salita l'ho percorsa come se fossi inseguito da qualcuno, in alcuni tornanti ho pure rilanciato alzandomi sui pedali. Personalmente non la ritengo una salita durissima, mi piace di più della SS Trinità, anche se sono due cose diverse. La Bettola non è lunghissima, e la pendenza è pressochè costante; la SS Trinità è più lunga, la pendenza varia, e il fondo è più sconnesso. Come salita è bella ma non sono mai riuscito a pedalare con soddisfazione.
Scollino e decido di prendermi un caffè, ma dal borsello escono solo che 90 centesimi, niente caffè mangio una barretta e giù verso Mezzane, sempre a mani basse con il 50/11 che mi spinge sui rettilinei. Curve pulitissime, in attimo sono a Mezzane. Qui mi si accoda un altro ciclista, spingo costante i 40orari fino a Vago e mi giro per avere il cambio visto che la ruota me l'ha ciucciata per tutto quel tempo, ma non c'è più e un puntino la dietro lontano....
In statale decido di andare in agilità per sciogliere le gambe perchè è lunedì e di solito il lunedì è defaticante....
Qui ho incontrato Edoardo mentre a San Lorenzo ho visto Luca B. CIAO A TUTTI E DUE

TAPPA 31/07 MONTEFORTE DURLO CAMPOFONTANA TREGNAGO MONTEFORTE

Giornata che inizia con la solita sveglia che suona alle 07:20, colazione e via in piazza, alla pesa mi accorgo di avere troppa aria sulle orecchie, cacchio il casco. Così torno a casa per prenderlo e arrivo in piazza un pò in ritardo ma nello stesso tempo arriva Edoardo così penso che le bestemmie ce le siamo spartiti in due. La sera prima avevo espresso il desiderio di fare la salita che sale da Crespadoro, passa da Durlo e arriva a Campofontana, non l'avevo mai fatta. Ecco che il mio desiderio la mattina dopo viene esaudito. Si parte, direzione vallata del Chiampo, siamo in 6 Matteo, Edoardo, Gian, Luca M, io, e il mitico Pantano ma da domenica è stato battezzato Pantani. Andatura sorniona, sui 30 orari, ma già li si vedeva che era forse un pò elevata per qualcuno. Matteo e Edoardo scandivano l'andatura, io come al solito mi mimetizzo nel gruppo, poi vedendo che Pantano si staccava, cercavo di tappare i buchi, riportandolo sotto. Non sempre ci riusciva, così lo aspettavo e la distanza aumentava. Di questo non me ne accorgevo perchè si iniziava a chiacchierare e si perdeva di vista il gruppo, è l'arma segreta di Pantano.
Tra una parola e l'altra il gruppo rallenta e ci riuniamo tutti, anzi c'è un nuovo personaggio; un nonnino di 70 anni con una Chesini anni '80 che nel tratto Arzignano-Chiampo si era unito a noi. Il tipo sale di padella e non fa alcuna fatica a tenere il passo. Poi gira per salire a San Giovanni mentre noi tiriamo dritti. Arriviamo ai piedi della salita che qualcuno ha sussurrato essere lunga 10km. Non mi spaventa, mi metto davanti e i primi km faccio l'andatura senza forzare per tenere unito il gruppo, anche su consiglio del Gian. Poi Matteo si mette davanti e sale del suo passo, restiamo in 4 Edoardo, io, Luca e Matteo. L'andatura aumenta ma in un tornante bevo, parlo con Edoardo e mi va di traverso l'acqua; quando se vol fare massa robe. Inizio a tossire e intanto perdo il treno, non riesco a smettere e da lontano si sente:Fuma fuma.
Uffa l'è l'acqua che l'è na so dalle canne del fià( come dice il nonno di Laura).
Mi ripiglio, pedalo abbastanza bene, vedo il conta km che segna 6 km e penso che sia quasi finita. Riprendo Luca e tengo il suo passo poi alzo gli occhi e capisco che la strada deve fare il giro del monte, altro che 4 km alla fine. Il morale mi va sotto i tacchi e intanto anche il Gian si rifà sotto. Arriviamo intanto tutti assieme a Campo con un ritardo di 1 minuto da Matteo e Edoardo. Aspettiamo Pantani ma dopo 15 minuti non lo vediamo arrivare e così gli andiamo incontro. Gli diamo un goccio di Cocacola e si riparte. Alla fine sta salita misura 15km e non è certo facile la sua ascesa, penso che passerà un pò di tempo prima di rifarla. Scendiamo a S. Andrea e qui provo la mia Wilier in discesa, è spettacolare tengo le mani basse e imposto le curve in maniera pulita, cosa mai fatta con l'altra, a volte devo rallentare per non toccare Edoardo. Scesi nella provinciale di Tregnago, arriviamo fino a Illasi per salire ai Tosetti dalla piazza. Non è impegnativa ma volevo riscattare la magra salita di prima. Così mi metto a menare di padella e tengo un'andatura sui 25 così per evitare scatti da parte di qualche scalatore. Infatti fino ai -20metri dal gpm ero in testa poi invece di scendere di un dente lo aumento perdendo giri favorendo così Matteo e Edoardo che mi superano. Che nervoso ho sbagliato a premere la leva, volevo alzarmi sui pedali e ballare la milunga come Contador,ahahahahahah, invece mi sono seduto ancora di più. Scendiamo dalla cabina e ritorno tranqui fino a casa. Una tappa se tenuta su alti ritmi e con qualche salita in più sarebbe risultata più competitiva, ma nonostante ciò sono stati 93km piuttosto piacevoli e sopprattutto in compagnia che è quello che conta di più. Per quel che riguarda le condizioni fisiche la mia non era al top ma lo immaginavo dopo le tirate in settimana non potevo pretendere di essere arzillo la domenica. Matteo e Edoardo è inutile dire che i caccia confronto a loro vanno al rallentatore, mentre Luca M reduce dai 4 passi fatti una settimana fa dimostra una bella gamba reattiva, il Gian l'ho visto bene e la sua condizione esce alla distanza. Pantani......c'è.