martedì 22 novembre 2011
DOMENICA GUARDA UN PO' CHI C'E'
E' proprio lui Marzio Deho, no bau bau micio micio. Qua si fanno le robe sul serio. E' venuto a provare il marathon. Eravamo in 23 mai viste tante mtb come domenica in piazza a Monteforte. C'era anche Dario hair, pura fede stradista la sua, ha voluto provare quella cosa che ha le ruote che fanno vrum vrum. Si parte alle 8:30, il passo è di quelli alla volemose ben, ma proprio con tanto affetto. Nonostante ciò chi non è abituato a fare tanta salita ne risente, purtroppo il primo a tirare i remi in barca è proprio Dario hair. A lui va il premio per averci provato, nonostante sia un mese che non sale su una bici, ancora di più una mtb. Ai cancelli ci saluta e ritorna a casa. Il nostro treno va avanti, si arriva a Campiano, qui ci salutano le ciclotazze. Arriviamo in Belloca, ci fermiamo il gruppo si ricompatta, Marzio è sempre stato davanti con Luca S, l'andatura era sempre tranqui. Arriviamo alla croce del vento, qui la mia tentazione ha preso il sopravvento. Dichiaro che voglio provare il tratto che si corre a piedi con la marcia del Monte Garzon, gli altri scendono verso il capitello di S. Anna, io seguo il nuovo tratto. Subito dopo una breve discesa me ne pento. La strada sale di nuovo e fino al capitello di S. Anna sale sempre. Arrivo al vajo dei Finetti, trovo Luca B e Fabio e mi dicono che un gruppo sta facendo il giro del Monte Grazon, un'altro è sceso al Vajo,io affermo che li aspetto lì, ma l'attesa è un pò lunga. Ero convinto che solo Luca e Deho avrebbero fatto il giro, mentre gli altri siano scesi, così scendo anch'io. Invece solo Nicola e Ileana sono scesi, ma non so dove ho tagliato, mi sono trovato su da Gini solo. Aspetto, passa mezz'ora, torno indietro arrivo dopo Caltrano, incontro Nicola ed Ileana e subito dietro Luca e Deho che li avevano ripresi, mi infilo dietro ma in discesa mi seminano e li perdo di vista anche causa una telefonata. Così mi rifilo tutto in solitudine i rimanti chilometri, tra il freddo e la nebbia. Che dire del marathon? Tosto, scorrevole ma impegnativo. Prima parte da salire in conserva, può tagliare le gambe forzare troppo all'inizio, i continui saliscendi, anzi sali e spiana, si sentono sulle gambe, poi c'è il vaio, occhio, il vajo fa male, non molla mai. Per i big si staccherà sicuramente un gruppetto all'inizio, saliranno regolari fino al gpm, qui qualcuno ci lascerà le penne e sempre nel Vajo si deciderà la gara. Non c'è discesa che permetta di recuperare posizioni. In poche parole chi scollina al Vajo in solitaria, all'80% vince la gara. Questa salita è decisiva, chi azzarda una fuga può far male. Si possono guadagnare minuti importanti e controllare il vantaggio per il resto della gara.
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