Domenica abbiamo messo in saccoccia 120km, fino a Campogrosso, rifugio sopra a Recoaro e ritorno.In 7 al via dato alle otto in piazza a Monteforte. Io, Presidente , Gian, Luca S, Matteo Andrea B e Marco.
Giornata calda già dalle prime ore, fino a Recoaro la strada è praticamente piana, il gruppo rimane compatto. Il Gian tira il gruppo, mai stufo, metterlo davanti è come avere un treno elvetico, perchè quelli italiani sono sempre in ritardo. Velocità impostata ai 30 orari non ci sono rampe che lo rallentino. Ai -3 da Recoaro la strada sale maggiormente e prendono il largo Luca, Gian e Matteo. Io rimango con Andrea Marco e il Presidente, poi Andrea parte io lo seguo, lo passo raggiungo Luca e continuo, un furgone davanti frena per poco non entro nel cassone dietro. Sto benone, le gambe girano. Inizia la salita 11km al 10% di pendenza media. Le prime rampe sono dritte, ma nonostante ciò tengo botta. Cala un pò la pendenza, Matteo e Luca prendono 10 metri da me e fino ai -4 sono sempre li. Non li raggiungo perchè una volta a ruota loro aumenteranno il passo sicuramente, tirandomi di conseguenza il collo come una giraffa. Ero quasi al limite ma in gergo ciclistico stavo amministrando non il barile, ma il mio bidone rovistando come un barbone in cerca di energia per arrivare a sto benedetto rifugio. Dalla parte opposta scendono un gruppo di 5 ciclisti tra i quali anche qualche anzianotto. Spavaldi dopo un pò di tempo li vedo salire, mi passano e mi salutano. Non reagisco, rimango sulla mia comoda sella. Splendidi loro, saranno scesi dal rifugio per 4 o 5 km per tornare su pensando di non aver fatto caso del loro passaggio. Non reagisco, come già detto, ma il buon Luca e Matteo penso che li abbiano spettinati per bene, dato che a 10 metri non c'erano più.
Arrivati al gpm pausa panino e coca, aspettiamo che il gruppo si ricompatti, si recupera un pò di energie, qualcuno pensa di affrontare il ritorno con 2 ciucciotti di miele. Per fortuna avevo un panino alla marmellata dell'eurospin e così gliel'ho donato.La discesa èun pò bruttina, smossa, scivolosa, stretta con un paio di gallerie che tolgono la vista per qualche secondo. Proprio in una di queste, il Presidente scivola, sradica uno specchietto di un'auto, procurandosi alcune escoriazioni. Poteva andargli peggio, confesso che ho avuto le gambe che tremavano fino a Recoaro, dopo avevo l'embolo che tremava in testa. Strada in leggera discesa, invitante per chi piace usare la padella. Infatti Andrea B inizia a battere il ferro, si recupera un gruppo di stradisti che cercano di mettersi a ruota, ma i 45orari per loro sono difficili da mantenere. Noi siamo compatti, prendiamo 4 in mtb, si infilano dietro, poi tra semafori e rotonde mi trovo in testa, la strada spiana, non scende più, mantengo i 40 orari per tenere il gruppo unito, le mtb, mi passano, mi giro per vedere come siamo messi e si sente gentilmente un urlo TAACATEEE,.......... El Mante che si fa tirare da tre mtb? mai o li lascio andare oppure li passo, non mi metto a ruota di mezzi che pesano più della mia bici, solo ai camion mi metto a ruota un pò di orgoglio.... cribbbio. Sgrano il 12 e divento un fabbro, non ho visto la velocità, solo il cardio fisso ai 170, li supero piego nella rotonda e continuo, qualcuno mi dirà di fermarmi, Infatti sento un fischio, rallento noto che metà del gruppo purtroppo non c'è più, ma con soddisfazione osservo che non ci sono più nemmeno le mtb Tra una stecca e un'altra si arriva a casa con 120km sulle gambe, un bel giro, qualcuno è arrivato in riserva, ma penso con grande soddisfazione.
.
Giornata calda già dalle prime ore, fino a Recoaro la strada è praticamente piana, il gruppo rimane compatto. Il Gian tira il gruppo, mai stufo, metterlo davanti è come avere un treno elvetico, perchè quelli italiani sono sempre in ritardo. Velocità impostata ai 30 orari non ci sono rampe che lo rallentino. Ai -3 da Recoaro la strada sale maggiormente e prendono il largo Luca, Gian e Matteo. Io rimango con Andrea Marco e il Presidente, poi Andrea parte io lo seguo, lo passo raggiungo Luca e continuo, un furgone davanti frena per poco non entro nel cassone dietro. Sto benone, le gambe girano. Inizia la salita 11km al 10% di pendenza media. Le prime rampe sono dritte, ma nonostante ciò tengo botta. Cala un pò la pendenza, Matteo e Luca prendono 10 metri da me e fino ai -4 sono sempre li. Non li raggiungo perchè una volta a ruota loro aumenteranno il passo sicuramente, tirandomi di conseguenza il collo come una giraffa. Ero quasi al limite ma in gergo ciclistico stavo amministrando non il barile, ma il mio bidone rovistando come un barbone in cerca di energia per arrivare a sto benedetto rifugio. Dalla parte opposta scendono un gruppo di 5 ciclisti tra i quali anche qualche anzianotto. Spavaldi dopo un pò di tempo li vedo salire, mi passano e mi salutano. Non reagisco, rimango sulla mia comoda sella. Splendidi loro, saranno scesi dal rifugio per 4 o 5 km per tornare su pensando di non aver fatto caso del loro passaggio. Non reagisco, come già detto, ma il buon Luca e Matteo penso che li abbiano spettinati per bene, dato che a 10 metri non c'erano più.
Arrivati al gpm pausa panino e coca, aspettiamo che il gruppo si ricompatti, si recupera un pò di energie, qualcuno pensa di affrontare il ritorno con 2 ciucciotti di miele. Per fortuna avevo un panino alla marmellata dell'eurospin e così gliel'ho donato.La discesa èun pò bruttina, smossa, scivolosa, stretta con un paio di gallerie che tolgono la vista per qualche secondo. Proprio in una di queste, il Presidente scivola, sradica uno specchietto di un'auto, procurandosi alcune escoriazioni. Poteva andargli peggio, confesso che ho avuto le gambe che tremavano fino a Recoaro, dopo avevo l'embolo che tremava in testa. Strada in leggera discesa, invitante per chi piace usare la padella. Infatti Andrea B inizia a battere il ferro, si recupera un gruppo di stradisti che cercano di mettersi a ruota, ma i 45orari per loro sono difficili da mantenere. Noi siamo compatti, prendiamo 4 in mtb, si infilano dietro, poi tra semafori e rotonde mi trovo in testa, la strada spiana, non scende più, mantengo i 40 orari per tenere il gruppo unito, le mtb, mi passano, mi giro per vedere come siamo messi e si sente gentilmente un urlo TAACATEEE,.......... El Mante che si fa tirare da tre mtb? mai o li lascio andare oppure li passo, non mi metto a ruota di mezzi che pesano più della mia bici, solo ai camion mi metto a ruota un pò di orgoglio.... cribbbio. Sgrano il 12 e divento un fabbro, non ho visto la velocità, solo il cardio fisso ai 170, li supero piego nella rotonda e continuo, qualcuno mi dirà di fermarmi, Infatti sento un fischio, rallento noto che metà del gruppo purtroppo non c'è più, ma con soddisfazione osservo che non ci sono più nemmeno le mtb Tra una stecca e un'altra si arriva a casa con 120km sulle gambe, un bel giro, qualcuno è arrivato in riserva, ma penso con grande soddisfazione.
.
Nessun commento:
Posta un commento
E TE COSA NE DICI?