giovedì 8 agosto 2013

RESPIRAZIONE DIAFRAMMATICA


Da tempo ne avevo sentito parlare, ma non riuscivo ad applicarlo nelle mie attività sportive. Diciamo per la difficoltà di coordinare il respiro al moto. La respirazione con il diaframma consiste nel movimento verso il basso del diaframma durante l'inspirazione, in poche parole si tratta di gonfiare la pancia mentre s'inspira. Solitamente tendo a gonfiare il torace, è un movimento talmente abitudinario che non ne facevo proprio caso. Adesso gonfiando la pancia la quantità di aria che entra è maggiore, il corpo ha più ossigeno da bruciare. Il mio problema era appunto la troppa aria entrata in corpo che durante lo sforzo dovevo far uscire. La fase d'espirazione diventava troppo lunga con conseguente carenza di respiro. Così applicavo  questa respirazione solo durante il recupero per far abbassare il più velocemente possibile i battiti. Nel ciclismo avevo visto Contador utilizzare questo metodo durante un tour de France e mi ero proposto di utilizzarlo anch'io, ma non conoscevo la tecnica per coordinarlo. Ieri ho letto un articolo su Runner's Word che parlava appunto di tecniche di respirazione nel quale si proponeva la respirazione diaframmatica ritmata. Essa durante anche uno sforzo intenso favorisce la prestazione, aumenta la facilità di corsa rendendola più sciolta e diminuisce il sopraggiungere di infortuni. Il mio problema però era come coordinare il respiro alla corsa senza arrivare a sentirmi soffocare. Tutto sta nel ritmo di respirazione, la fase di inspirazione deve durare 3 passi, l'espirazione 2, questo tenendo uno sforzo che va dalla corsa facile al medio. Sulla corsa veloce si applica prima il 3-2 con l'aumentare dei battiti il 2-1 fino ad arrivare ad una sequenza di 2-1-1-1. Non è facile, prima bisogna abituarsi a respirare di pancia a riposo, poi mentre si cammina si cerca di ritmare, ovvio che l'attenzione si sposta solo sulla respirazione. Ieri sera sono uscito per correre e ho applicato il nuovo metodo al mio allenamento. Inutile dire che l'unica mia preoccupazione era il ritmo del respiro, mi sembrava essere una locomotiva, ma già nella fase di riscaldamento mi sono accorto di non sentire la fatica dei primi affanni di corsa. Nelle ripetute sui mille ho visto la vera efficienza: spostando l'attenzione solo sul respiro la corsa diventa più sciolta, il corpo l'accompagna e in base all'aumento del ritmo respiratorio, aumenta anche la velocità. Sui mille metri ho raccolto dei tempi che mai avrei pensato di riuscire a fare: 3:44 nella prima, 3:50 la seconda, 4:00 la terza, 4:15 la quarta corsa senza badare alla respirazione, quindi controllando il passo e respirando di torace, 3:50 la quinta e 4:00 l'ultima. Sensazioni in corsa: nessuna fatica, i battiti salgono ma non te ne accorgi, con il respiro aumenti anche la falcata. Nel ciclismo penso che la cosa non sia molto diversa, provo applicarla in base alle pedalate. 

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